Convegno su Carlo Pisacane

Nunziatella, venerdi' 30 maggio 2003

Corrispondenza di Mario Campagnuolo (52/55)

Su iniziativa del Comandante e del Vicepreside (il nostro Cesare Azan) si è tenuto un convegno su Carlo Pisacane, a cui hanno partecipato, come relatori, docenti universitari provenienti da Roma, Napoli, Teramo, Lecce e Messina.

Erano presenti, oltre agli allievi nella loro bella divisa bianca, numerosi studenti dei licei della città e tante graziose ragazze di un istituto alberghiero anche loro in divisa ( Bleù con foulard arancio).

Inutile dire che negli intervalli c'è stato un rimescolio di divise. Beata Giovinezza.

C'erano, oltre me, anche altri due ex allievi (Otino Panza e Beniamino Di Pietto): 250 anni in tre.

Insieme superavamo l'età della Scuola.

Non potevo mancare a questo appuntamento. Avevo 20 anni, nel 1957, quando Mario Palermo, che era stato Sottosegretario alla Difesa nell'immediato dopoguerra ed aveva contribuito al salvataggio della Nunziatella, convinse un riluttante Consiglio a partecipare alla commemorazione di Pisacane nel primo Centenario della morte (ero presente come aiuto Segretario di Maffettone) e poiché ero in piedi Palermo mi fece sedere sul bracciolo della sua poltrona.

Partecipai alla spedizione (dopo aver fatto approntare, su incarico del Consiglio, tre targhe in bronzo che furono murate a Sapri, Buonabitacolo e Sanza) e ne riportai un ricordo indelebile.

Ieri quasi tutti i relatori hanno trattato i temi loro affidati con tono discorsivo riuscendo a comunicare ai presenti, oltre alla loro scienza, un'immagine viva e affascinante del "Protagonista" della giornata e del periodo storico in cui è vissuto.

Credevo di conoscere abbastanza di Carlo Pisacane: l'infanzia quando, orfano di madre, fu iscritto alla Nunziatella col fratello Filippo, la nomina a paggio reale, la brillante carriera d'ufficiale e d'ingegnere stradale, i guai con le donne sposate che perdevano la testa per lui, la fuga con la cugina Enrichetta, sposata Di Lorenzo, l'esilio (a Londra e poi in Liguria) dove per vivere dava lezioni private di matematica, la partecipazione, come Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, alla Repubblica Romana (nel 1849 quando aveva trent'anni) e la caparbia determinazione a tentare, contro ogni consiglio, l'avventura di Sapri così tragicamente conclusa.

Ignoravo però che i suoi scritti (definiti nei testi da me consultati con sufficienza e approssimazione rivoluzionari) fossero così originali ed attuali come ho appreso ieri.

Dai temi trattati è uscita fuori la figura nuova, a tutto sbalzo, di un uomo con un vivissimo senso della Storia e del suo divenire, di grande purezza di sentimenti, disposto ad offrirsi in olocausto per la causa dell'unità nazionale che egli riteneva fosse nel solco della Storia.

Per farvi comprendere l'interesse di tanti studiosi per i suoi scritti vi basti sapere che egli prediligeva per l'unità d'Italia (che doveva preludere ad un'Associazione Universale Umanitaria) un federalismo dei Comuni, alla gestione di ciascuno dei quali doveva partecipare l'Assemblea di tutti i Cittadini.

Nell'intervallo tra la seduta del mattino e quella del pomeriggio (visto che eravamo in tre) siamo stati invitati a partecipare alla colazione nel circolo degli Ufficiali. Ho avuto modo, allora, di spiegare ai docenti di Teramo (che erano a tavola con noi) come la Nunziatella sappia tramandare, di corso in corso, senza passare per i docenti e gli istruttori, la libertà di pensiero che ci fa così diversi pur essendo così uniti e la dedizione al bene comune al di sopra degli interessi personali (che avevano distinto Pisacane e distinguono gran parte di noi anche oggi).

Ho concluso dicendo: "Vedete ? Noi siamo un' associazione di anarchici."

La giornata si è conclusa con la consegna dei premi ai vincitori del "Certamen" tra i licei Classici di Napoli, finanziato dalla Fondazione, ma di questo è meglio (tardi che mai) che vi parli chi lo ha organizzato.