Intervista

ad

Eugenio Maria Amato

Segretario dell'Associazione Nazionale

Ex Allievi Nunziatella

D> Eugenio, la pubblicazione del documento della Giunta Esecutiva prima, e la notizia del voto del Consiglio poi, han fatto osservare a molti che esisterebbe all'interno dell'attuale Consiglio una forte prevenzione nei confronti di qualsiasi cosa non scaturisca dall'iniziativa del Direttivo. Ti riconosci in questa interpretazione?

Assolutamente no! E aggiungo che chi pensasse che questa interpretazione possa essere attribuibile anche a uno solo degli altri Consiglieri sarebbe decisamente fuori strada. C'è sempre costante attenzione per tutte le proposte, fattive e non. Del resto basta ricordare la convinta adesione mostrata per le recenti iniziative della Festa Internet e quella del gruppo mentoring, nate e sviluppatesi al di fuori dei "canali ufficiali", per trovare conferma a quanto dico. Se qualche buona idea non viene concretizzata, ciò è unicamente attribuibile alla mancanza di manovalanza volontaria o alla scarsità di fondi.


D> Quali sono state le preoccupazioni che vi hanno indotto ad assumere un atteggiamento di distanza dalla iniziativa della Polisportiva?

L'unica preoccupazione del Consiglio è rivolta alla tutela dei nomi, dei simboli e, mi si consenta, dei valori che sono stati consolidati in oltre cinquant'anni di storia associativa e qualcosina di più di storia della Scuola. Sono valori difficili da costruire e mantenibili solo con coerenza, onestà morale e sacrificio. Una volta "spesi" male c'è da temere, al giorno d'oggi e con i valori di oggi, che non sviliscano solo l'immagine dell'Associazione ma che, opportunamente strumentalizzati, possano pregiudicare la vita della Scuola. Una società esterna, ma comunque riconducibile per una qualsiasi via, anche giornalistica, all'Associazione e agli ex Allievi, e che potesse ritrovarsi impegolata in disavventure economico-giudiziarie, cosa assolutamente non auspicabile ma purtroppo possibile per qualsiasi attività imprenditoriale, sicuramente desta più di qualche attimo di attenzione da parte del Consiglio. Giustamente Sergio Civita ha scritto "chi non risica non rosica" e, mi si creda, onestamente capisco il punto. Bisogna solo valutare con serenità quanto si risica e cosa si rosica per capire se la via vale la pena di essere percorsa.


D> Ritieni possibile, oppure auspicabile, che nel tempo le ragioni di immediata cautela vengano superate e l'Associazione assuma un ruolo piu' attivo nella iniziativa?

Per quel che riguarda le iniziative a carattere sportivo c'è ogni possibile appoggio e, di sicuro, un vivo entusiasmo da parte del Consiglio per chi gareggia con i nostri nomi e i nostri colori. Ho già esternato in via pseudo-privata in tal senso e qualcuno, tanto per cambiare, ha equivocato il mio pensiero. Quanto alle iniziative di carattere economico l'Associazione non è che vuole o non vuole, semplicemente, non ha lo status necessario per potervi partecipare.


D> La Polisportiva ha offerto le azioni della costituenda societa' di servizi in sottoscrizione all' Associazione ed ai singoli Ex Allievi. Mi sembra di capire (correggimi se sbaglio) che l'Associazione non sia intenzionata ad avvalersi di questa offerta. Ma come si comportera' rispetto all'offerta fatta agli Ex Allievi individualmente: la osteggera', la favorira', sara' neutrale?

L'Associazione non potrebbe comunque avvalersi di questa offerta, come dicevo sopra non ha lo status necessario. Per il resto ognuno è libero di comportarsi come crede e non esiste un vertice associativo che tiranneggia la vita privata degli iscritti. Se poi qualcuno soffre di paranoia... si curi senza insultare possibilmente gli altri. Credo però, senza entrare nel merito specifico del discorso e parlando assolutamente in generale, che, nel caso si ravvisi una qualche forma di pericolo in una qualsiasi attività proposta agli associati, intesi non come "fratelli" ma come gruppo omogeneo di riferimento anche economico, sarebbe preciso dovere degli organi consiliari intervenire con informative tese ad allertare gli iscritti. Ho avuto da poco notizia di un ex allievo, non frequentante, ma comunque attivo nel pescare tra di noi nominativi da convincere ad entrare in "pseudocatene di S.Antonio" finanziarie. Una volta acquisite le informazioni necessarie non credi sia doveroso intervenire, magari anche informalmente?

D> Un buon intervistatore non sarebbe tale se non sfruculiasse un po'... Non credi che che una molto ampia sottoscrizione delle azioni da parte degli Ex Allievi, insomma la nascita di un azionariato di massa nella prima iniziativa societaria nata nel nostro ambito, potrebbe rappresentare un segnale forte alla stessa Associazione, che ne dovrebbe tener debito conto?

L'Associazione siamo tutti gli iscritti e, mi si consenta lo sfruculiamento di rimando, paganti la quota. Ovviamente ti riferisci al cosiddetto vertice associativo. Come si potrebbe non tener conto di una cosa del genere? Valgono però le preoccupazioni da me già espresse nei punti precedenti.

Infine ti rispondo a livello più personale. E' ovvio che "senza soldi non si cantano messe" e, quindi, una iniziativa che, si vuole, debba produrre danaro e portare all'ampliamento a vari livelli delle possibilità, anche associative, non può che sembrare ultrapositiva agli occhi di tutti. Specie ai più .... moderni. E questo potrebbe essere un segnale forte da recepire. Già in passato si è disquisito di lobby a vario titolo. Io temo, però, che questa strada possa portare alla snaturalizzazione delle caratteristiche peculiari dell'Associazione. Queste sono fondate sul reciproco affetto di gente che, per uno scherzo del destino, ha frequentato una medesima, strana, Scuola. Non è mai stato sviscerato bene il problema, fatto stà che quando ci si riconosce ex Allievi scatta in automatico una forma di affettività e una mutua assistenza in caso di bisogno non dettate da aspettative di ritorni di qualsiasi genere ma solo dalla generosità verso un fratello. L'Associazione e i risultati ottenuti dalla stessa, negli anni, a favore della Scuola, si sono sempre basati solo sulla spendita di posizioni personali acquisite dai singoli. Tutto quindi, se vogliamo, a carattere familiare, in un continuum affettivo che dura da tempo. Adesso si vuole ipotizzare un salto di qualità. Debbo ricordare che, purtroppo, in passato ogni qualvolta si è tentato di mescolare l'economia alla nostra realtà le cose sono andate in modo miserrimo. I soldi generano i peggiori istinti, anche in famiglia. Questo non significa che ci si debba fossilizzare nel passato e che non ci si debba adattare al mondo in cui viviamo, nè che si debbano affrontare le novità con pregiudizio e nè, tantomeno, e soprattutto, che si possa pensare a uno squallido interesse personale da parte dei "polisportivi". Ma certo aiuta a capire l'estrema cautela dell'Associazione, come la chiami tu, a rischiare un enorme patrimonio di altro respiro. L'unica cattiveria: sicuramente la politica della corsa in avanti o del fatto compiuto, che è sembrata essere stata adottata in qualche occasione, non è servita a tranquillizzare gli animi.

Un abbraccio circolare, Eugenio.

INDEX