"DOVE OSANO LE AQUILE "

(della serie: gli esami non finiscono mai...)

by

Pier Paolo Janni

Parte I

Nel secolo appena lasciatoci alle spalle un grande poeta, drammaturgo o commediografo partenopeo (a seconda per quale aspetto lo desideriate + ricordare) intitolò appunto una sua opera "Gli esami non finiscono mai".

E mi resi conto quale grande verità egli abbia voluto rappresentare sulle scene della vita quotidiana, da cui ha tratto la sua riflessione partecipandola poi a tutti noi. Liberi noi di volerla condividere o no, di volerlo omaggiare o meno andando a vederla rappresentata in teatro.

Comunque resta un' affermazione da meditare.

I più si chiederanno: ma che c'azzecca o che ce trase co 'u titolo? (scusate il vernacolo e la mia piccola licenza, ma uno scampolo della mia cultura si è "formato" fra le mura del Rosso Maniero, che parla tutte le lingue, lumbard e ladino-furlan comprese, ma quella ufficiale è il Napoletano! con buona pace di tutti!).

Ce trase, ce trase se avrete un attimo di righe di pazienza in più...

Infatti veniamo alla mia non più tanto nascosta passione per il volo: da quando avevo 3 anni - primo volo su un FL 5 con mio padre [Aero Club Urbe di Roma] che a quel tempo annoverava fra i suoi amici il C.te Mario De Bernardi o De Bernard, un asso della AM Italiana, se non ricordo male.

Insomma per non tirarvela troppo per le lunghe proprio mio padre un giorno mi disse che se avessi voluto diventare un buon pilota sarebbe stato utile formarsi prima con l'aliante.

Oggetto volante, capii, ma mai visto ancora.

Quindi un bel giorno mi portò con sé a Guidonia, sede di una delle scuole più antiche per questa disciplina alata e sede dell' aeroporto AM.

Un'altra, ma civile, era ed è poco distante: a Rieti.

Lo spettacolo fu assicurato: ricordate l'immagine dei pescherecci che rientrano in porto dopo aver raccolto il pescato con nugoli di gabbiani dietro?

Ebbene ciò che vidi fu molto simile: gabbiani di enormi dimensioni, dal volo elegantissimo, che compivano evoluzioni e circlings di una grazia unica e senza un rumore assordante.

Perché questi luoghi?

I monti vicini, a seconda del tempo atmosferico possono creare delle vivaci, chiamiamole così, correnti ascensionali.

Non voglio addentrarmi, ora, nei dettagli tecnici del vento geostrofico e climatico.

Già perché è a tutti voi noto che l'aliante viene trainato in aria, ma poi e' lasciato a sé stesso, senza motore, solo con ciò che passa madre natura.

E' vero che oggi abbiamo dei sofisticatissimi motoalianti, ma diciamo che la regola è di essere trainato da un aereo o da un verricello giustapposto sul campo di decollo.

Insomma ce n'è per tutti i gusti e tutte le tasche!

Comunque si scelga poi di andare su a volteggiare, si parte comunque tutti dal basico, ovvero l' aliante aero-trainato; poi, a brevetto conseguito, si potranno apportare le opportune modifiche.

Memore delle parole di mio padre, ma cronologicamente al contrario di quanto mi fu da lui suggerito (e non per mero spirito di contraddizione proprio dei giovani, ma per topografia e mio tempo libero disponibile), giunsi all'aliante dopo aver gia' conseguito il Brevetto o Licenza di Pilota Privato dell'Aviazione Civile Italiana. Infatti le "palestre"per suddetta disciplina mi eran tutte un po' distanti e soprattutto quelle più a tiro non erano autorizzate per fare scuola. Dopo un non breve sondaggio, desiderando una buona scuola e soprattutto desiderando il "tempo pieno" o full immersion, la mia attenzione fu polarizzata dall' Aero Club de L'Aquila - Aeroporto Preturo.

Anche qualche precedente frequentatore aliantista avvicinato nel mio aeroporto di Arezzo me ne aveva parlato bene.

Logisticamente avevo tutto ciò che potevo desiderare ed anche a dei costi molto contenuti.

Infatti aveva la locale foresteria, un' area di campeggio vastissima con servizio d'acqua, un laghetto (importante, poi vedrete), ristorante, una flotta aerea ben fornita ed ottimi istruttori.

Inoltre a me bastava per il brevetto, essendo già pilota a motore, la metà delle ore ministeriali previste!

Ma, cosa non meno importante, la palestra: ero alla base del Gran Sasso d'Italia! Non solo: circondato dal Velino e da tanti altri monti e altopiani e poco più in là verso Nord il Soratte e all'opposto la Maiella. Insomma un bel bacino in cui cimentarsi... Che spettacolo, come vedrete da alcune delle pics !

E' Agosto 2000, i primi, mi congedo dal mio lavoro e avvertendo la mia metà del cielo che non avremmo avuto molti comfort e si sarebbe trattato di vita in base mi trovo sull' auto con lei e l'inseparabile GO! (non avevamo ancora le gemelline). Per lui sarà una grandiosa vacanza davvero!

Ed anche per noi, anche se mi sembrò di essere tornato alla Nunziatella, per gli orari con cui veniva scandita la mia giornata.

UBDA

(prosegue nel prossimo numero)

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