l' AFFONDAZIONE

by

Pelly

L' afFondazione (ONLUS), mitica creatura dell'universo Ex, che ci sia ognun lo dice, 'ndo c... stia nessun lo sa...

(T.H. Clarke, "La Guerra dei Mondi", 1945, ed. Cybershit)

[terzo episodio]

Riassunto Puntata precedente: Un giovane Ufficiale della Flotta Spaziale, Alf Kaps, e' inviato dal Commodoro Comtrera in missione segreta su uno sperduto mondo della Cintura Esterna di Aldebaran, Purkiack III. Deve scoprire tutto quello che puo' circa l' afFondazione, un esperimento top secret dell'Unione, apparentemente scappato di mano ai suoi creatori... in un vicolo il nostro sta per soccombere ad un Pipigeico, quando gli appare una fascinosa Dama, Fiet'e Mare, che invita il giovane a seguirla...

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Kaps segui' trepidante la fascinosa Dama, quasi levitando nella scia di profumo lasciata dalla donna. Man mano che procedevano, i vicoli bui ed angusti degli slums si aprivano in ampi boulevards illuminati a giorno e fiancheggiati dalle colossali torri argentee di cristallo del centro di Purkiack City.

Improvvisamente la Dama si fermo' di fronte ad un elegante portone ed appoggio' la palma aperta della mano destra ad uno scanner: dopo pochi secondi, il pesante portone scivolo' da un lato con un impercettibile ronzio, rivelando un atrio elegante e bene arredato con antichissimi mobili in legno.

La Dama fece un malizioso cenno al giovane, invitandolo a seguirla, e si addentro' con passo deciso nell'elegante foyer.

Il cuore di Alf Kaps, e non solo quello, pulsava impazzito per un misto di eccitazione e di paura... si', penso' un attimo il ragazzo, incamminandosi dietro la donna, perche' paura ? Sembrava un sentimento assolutamente fuori posto, in quel luogo ed in quella circostanza. Eppure...

Un silenzioso e veloce ascensore di vetro trasporto' in pochi attimi i due al 215mo piano, depositandoli in mezzo ad un vasto salone, arredato senza risparmio di mezzi: piante dapperutto, cascatelle e ruscelli, uccellini che si rincorrevano di ramo in ramo...

"Sono veri - disse sorridendo la Dama, come a prevenire la domanda del giovane Ufficiale - non amo i giocattoli meccanici... io preferisco gli uccelli veri !"

Il doppio senso era troppo palese per essere casuale, ed Alf Kaps si senti' avvampare. Gli sembrava di avere nei pantaloni la corazzata intergalattica di IIa classe Potemkin, e non sapeva come fare per nascondere la cosa alla Dama...

Il giovane si sistemo' alla meglio su un divano ampio ed avviluppante che riempiva una parte del salone, accettando di buon grado il rinfrescante beveraggio (sangr'e bourbon) gentilmente offertogli dalla gentile e sempre piu' conturbante Dama: si sentiva la gola riarsa quasi avesse appena attraversato i cento deserti fossili di Thchossete IV...

Ma la situazione non miglioro' affatto col ritorno della Dama: questa si era cambiata, nel senso che ora vestiva solo un leggero velo azzurro, che non celava assolutamente niente del suo corpo sinuoso ed invitante.

La donna si sdraio' accanto al giovane sull'avviluppante divano, vicinissima a lui, la bocca a sfiorare l'orecchio dell' impennatissimo Alf...

Uhm, se non sbaglio ti avevo promesso una canzoncina: - "Chi te l'ha fatto fare / povero Cappellone? / Qui sei venuto a imparare / l' arte del porcellone..."

Un dolore lancinante si fece strada nella onnubilata mente del giovane ufficiale: la maledetta spilletta nelle mutande gli si era impigliata nelle carni, e l'affare si ingrossava ora oltre i limiti del sopportabile !

Deciso a porre al piu' presto rimedio all' imbarazzante situazione, Alf si divincolo' dal divano, sottraendosi all'avviluppamento della fascinosa ospite, e balbetto':

"Ehm, solo un attimino... mi metto un po' in liberta' anch'io e son di ritorno in un parsec !"

Cio' detto, si slancio' di corsa - nei limiti consentiti dalla spilletta - nella presumibile direzione del bagno, seguito dalla velata esortazione della Dama, il cui ultimo velo era oramai maliziosamente caduto:

"Sbrigati, cheri: non si fanno aspettare le Signore...!"

Con il cuore in tumulto ed il resto in fiamme Alf Kaps imbocco' un lungo corridoio, sul quale si affacciavano diverse porte chiuse... Ma dove diavolo sta il bagno ?! si chiese il giovane. Stava per tornare indietro a chiedere, ma decise di tagliar corto e provare...

La prima porta dava su un ripostiglio per scope... La seconda si apri' con un cigolio su un locale avvolto dal buio piu' profondo, dal quale usci' una zaffata d'aria gelata e maleodorante... Alf, incuriosito, cerco'a tentoni colla mano un interruttore e, trovatolo, lo aziono': una luce accecante illumino' una stanza frigorifero... appesi ai ganci, congelati, il volto ancora contratto in una smorfia di terrore, dondolavano i corpi di una diecina di Cadetti della Seconda Accademia Spaziale Theulie' !!!

Prima che il giovane potesse realizzare appieno il senso della sua macabra scoperta, uno strano fruscio lo fece voltare verso l'imboccatura del corridoio: la Dama si era trasformata in un demoniaco mostro, e stava lentamente avanzando verso di lui, brandendo una grossa ascia bipenne, ancora insanguinata:

"Maledetto ficcanaso repubblicano - sibilo' con voce irriconoscibile l'orrenda creatura - ma non scapperai al tuo fato !"

Il lungo training del giovane ebbe il sopravvento sul terrore che lo attanagliava: Alf esamino' la situazione in un nanosecondo: il mostro chiudeva ogni visibile via d'uscita, ed avanzava rapido verso di lui, inerme e handicappato (anzi, pisellincappato) dalla spilletta... restava una sola cosa da fare: comincio' a correre verso il mostro e, arrivatogli nei pressi, spicco' un salto e lo supero'con una rapido doppio salto mortale, evitando il tremendo colpo di ascia assestatogli e colpendo nella ricaduta il mostro nella testa con un calcione ben assestato.

Rialzandosi, noto' il mostro per terra, mezzo intontito:

"Ma che diavolo e' successo... che e' stato...?!" si lamentava l'immonda creatura.

"Non te l'aspettavi, eh, disgraziata !?" disse beffardo Alf, - e' una nostra mossa segreta, l' Ammuina !

Il mostro faceva cenno di rialzarsi, furioso... Alf di corsa torno' nel salone: tutti gli uccellini, abbandonati i teneri cinguettii, gli si avventarono contro stridendo, cercando di colpirlo agli occhi, cagandogli in testa, strappandogli i capelli...

Porco guano! c'era pochissimo tempo da perdere, gia' sentiva i rapidi passi del mostro che, rialzatosi, lo inseguiva. Evitando come poteva gli scatenati volatili, si slancio' verso l'uscita riuscendo a guadagnare l'ascensore ed a chiuderne la porta solo un attimo prima che la mano adunca del mostro riuscisse ad interrompere il raggio della cellula fotoelettrica.

La discesa sino al piano terreno sembro' ad Alf interminabile (per ragioni diverse rispetto alla salita di poco prima...) ma finalmente le porte si spalancarono sul vasto atrio d'ingresso. Il portone pero' era chiuso, e nella concitazione il giovane non riusciva a trovarne il meccanismo di apertura... Gia' si udivano distintamente i pesanti passi del mostro, che rapidamente scendeva per le scale di sicurezza... Alf vide un piccolo interfono installato sul portone: allora si apriva con password vocale... ma lui non conosceva la parola d'ordine! Il tempo correva veloce, i passi del mostro sulle scale erano oramai al piano superiore, fra pochi attimi la virago avrebbe fatto irruzione nell'atrio...

Alf penso' piu' in fretta che poteva, poi, colpito da una subitanea ispirazione, sussurro' all'interfono, imitando la melliflua intonazione della Dama: "Ferdinando IV !".

Dopo un attimo che sembro' un secolo, il portone scivolo' finalmente da un lato, ed apparve la strada. Alf vi si slancio': nessuno in vista a cui poter chiedere aiuto!

Stava per mettersi a correre quando, silenzioso sul suo cuscinetto d'aria, un giallo pneumo-taxi sbucato dal nulla gli si accosto': la porta si apri' ed Alf vi si getto' dentro. Il veicolo' parti' con un puff, ed il giovane ufficiale fece in tempo ad avere una visione del ghigno contorto del mostro, che in mezzo alla via ancora brandiva l'ascia insanguinata, mentre vedeva la sua preda sfuggirgli...

Alf si rilasso' sul sedile posteriore, ed apostrofo' l'autista, del quale nell'oscurita' non riusciva a distinguere bene i lineamenti...

"Eh, non sapete come sono contento di vedervi, amico! Penso proprio di essermi perso, e' la mia prima volta su Purkiack III... Portatemi piu' veloce che potete all'Hotel de la Ville e vi pago corsa doppia!"

"Me la dovresti pagare tripla, brutto deficiente! - rispose l'altro - se il Comandante Comtrera non avesse seguito i tuoi amoreggiamenti pericolosi, a quast'ora faresti il quarto di bue appeso in frigorifero...!!!"

Alf, stupito, si sporse in avanti: quella voce...

"Joe... ma... sei tu?!"

Nello specchietto retrovisore, illuminato brevemente da una luce stradale, riconobbe il familiare ghigno del Guardiamarina Spaziale Joe Foureyes, un giovane collega di Accademia Spaziale...

"Chi altri, vecchio mio ? Pensi davvero che il buon Comtrera ti avrebbe abbandonato nelle sgrinfie della gattaborbona?"

Per un breve attimo tutto fu dimenticato: l'orrore del pericolo appena scampato, la missione... i due si abbandonarono a qualche minuto di spensierato ed innocente cazzeggio.

Fu Foureyes a riprendersi per primo:

"Ci sono nuovi ordini in quella busta sul sedile accanto a te: il tuo contatto qui ha sentito puzza di bruciato ed ha gia' lasciato in fretta e furia Purkiack III. Ti sto portando allo spazioporto: lo seguirai immediatamente su Wallera 2, nella cinta degli Asteroidi Erniari Scesi"

Alf era stupito: "E che diavolo ci e' andato a fare, in quel remoto angolo di galassia?!"

"Non lo so, sta tutto scritto nella busta... memorizzala, distruggila... e vedi di non cacciarti ancora nei guai, se solo puoi !" rispose ammiccando Joe.

In pochi minuti li accolsero le mille luci dello spazioporto.

(continua nel prossimo numero)

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